QAlex 20 k
05/08/2024 - 05/08/2025
Per una volta abbiamo lasciato che gli altri media ci anticipassero sulla cronaca della nostra QAlex 20k, ovvero la gara del ritorno agonistico di Alex Schwazer dopo otto lunghi anni di squalifica. Noi lo abbiamo organizzato, giusto che siano gli altri a parlarne, dato l’interesse mediatico senza precedenti.Un evento andato in pista ad Arco (Trento) nello stadio gremito come non mai di via Pomerio davanti a circa 1500 persone venute da tutte le parti d’Italia (stima ad occhio considerando che la tribuna completamente esaurita ha una capienza di mille posti, ed erano molto numerose le persone intorno al cancello dell’impianto). Da un punto di vista organizzativo è stato indubbiamente il più grande evento organizzato da Queen Atletica (ad oggi), ma naturalmente speravamo in un epilogo diverso.È stato straziante vedere Alex fermarsi di continuo, toccarsi la schiena e ripartire ogni volta, dal 7° al 13° km. Era impossibile non immedesimarsi in un atleta che aveva tanta voglia di dimostrare di valere ancora, davanti ai figli e ai suoi tifosi, e che si sentiva sfuggire di mano quella possibilità, un passo dopo l’altro.Primo km prudente, in 4’08, poi per un po’ abbiamo rivisto l’Alex che conosciamo: marcia pulita, efficace, passaggi di 4’06 e 4’04; sempre sotto i 4’10 fino al quinto, che ci regalava una proiezione sotto l’ora e 22, ovvero il minimo per le Olimpiadi. E l’impressione era che fosse proprio questo l’obiettivo, dimostrare di sapere marciare da Olimpiadi. Ma Alex sapeva già che la giornata non era quella giusta; sapeva di non essersi allenato tre settimane, dei suoi problemi di sciatalgia che poi sono confluiti in una terribile piaga al tallone, che alla fine gli ha dato il colpo di grazia. Dal sesto km in avanti è stato un calvario, una prima fermata sottolineata da un “oooh” di sconcerto del pubblico, e poi di nuovo i passaggi davanti alla tribuna che ieri sembrava veramente quella di uno stadio calcistico, con gli ultra che incitavano e applaudivano il loro beniamino ogni volta. Dentro di sé Alex si sarà sentito morire. Aveva le forze per fare un tempo clamoroso, la tecnica era quella di sempre, ma se sei infortunato come si fa? Eppure voleva concludere a tutti i costi quella gara, davanti a tutte le tv (Sky ha fatto la diretta, Rai, Mediaset, Eurosport, tutti presenti a filmare ogni sua mossa), davanti ai tifosi e ai suoi cari. Solo la forza mentale dell’uomo gli ha permesso di trascinarsi fino al 13° km, poi è diventato proprio impossibile andare avanti, anche perché non era più marcia. Dal punto di vista agonistico rimane però un dato importante: ai 10 km Alex è passato in 42’14 nonostante si fosse già fermato parecchie volte. Al 5° km era ancora sui 20’30. In condizioni normali (non solo fisiche ma anche meteo, visto che nel frattempo pioveva a dirotto e tirava forte vento) avrebbe potuto fare una 10 km spettacolare, quasi certamente sotto i 41 e anche meglio. E questo la dice lunga.
E allora, è finita qui? Aspettiamo a dirlo. Avete tutti letto le sue dichiarazioni postgara “Non so se marcerò mai più a questi livelli, ma un atleta lo rimane per sempre e tale rimarrò anche se correrò la gara del paese”. Parole sante, un atleta è tale per sempre, quante volte questo pensiero è echeggiato nella mia testa. L’atletica è un amore folle , che non ti lascia per tutta la vita. Alex, sei uno di noi.
Articolo Tratto da QA di Landoni Luca Alberto Link articolo originale: clicca qui
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