Atletica Alto Garda e Ledro - associazione atletica leggera Arco Trento

MARATONA DI VENEZIA - CONDIZIONI METEO ESTREME

06/11/2012

giovanna 1riccardo 1Giovanna Scanavacca e Riccardo Oliari hanno dovuto fare i conti con “Cassandra” che ha imperversato sulla 27^ Maratona di Venezia, gara già di suo dal fascino indiscutibile, trasformandola in un'edizione a dir poco epica ove si sono viste scene appartenenti ad un altro tempo, quasi leggendarie.

Innanzitutto la pioggia che, via via più fredda e a tratti più intensa, non ha lasciato tregua per tutta la durata della manifestazione agli oltre 8000 iscritti.

Ma è stato l’inesorabile e continuo impatto frontale con una Bora, sempre più fredda ed impetuosa man a mano che ci si avvicinava alla laguna, a condizionare la gara rendendola particolarmente dura, direi addirittura, a tratti, estrema.

Solo chi si è trovato a correre in quelli condizioni meteo sul tratto di 5km del Ponte della Libertà può descrivere lo scenario quasi surreale da film apocalittico calatosi sulla manifestazione. Podisti bagnati fradici, barcollanti, piegati contro il vento, a rischio di ipotermia, incellofanati in sacchi delle immondizie improvvisati come gilet antivento (il sottoscritto era uno di questi). Podisti eroi (o folli?!) in canotta, sicuramente anestetizzati dalla trance agonistica, che arrancavano con lo sguardo fisso verso le cupole e i campanili di Venezia che si intravedevano appannati all’orizzonte. Bicchieri e bottiglie di plastica che sventagliavano come raffiche di mitra ad altezza uomo già un km prima del ristoro posizionato al 35°, a metà del Ponte.

I runners “sopravvissuti” al passaggio sul Ponte hanno poi affrontato i 14 ponti che caratterizzano il finale scenografico di questa gara senza, però, essere risparmiati da un ultima calamità: l’acqua alta. L’organizzazione è stata costretta a modificare il tracciato togliendo il giro d’onore in Piazza San Marco sommersa, appunto, dall’acqua.

Ma ciò nonostante il percorso è risultato splendido e spettacolare: l’arrivo a Venezia e la soddisfazione di aver finito una gara in queste condizioni risultano impagabili, facendoti dimenticare il famigerato quesito “…ma chi me l’ha fatto fare?!” che riecheggia nella mente per tutta la gara e che, immancabilmente e fortunatamente, resta ancora una volta senza risposta.

Per la cronaca Riccardo, semicongelato, ha chiuso in 4.05.29, mentre Giovanna alla sua prima maratona ha chiuso caparbiamente in 4.37.30. Tra i top runners la gara è stata vinta dal keniano Kisang Philemon Kipchumba in 2.17.00. Per le donne la migliore è stata l’etiope Bedada Emebt Etea in 2.38.10.

Riccardo

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